martedì 17 marzo 2009

Un inutile e poco interessante bilancio dello stato attuale delle mie letture, un post che potrei benissimo evitare di scrivere

Murakami Haruki - Kafka sulla spiaggia: Murakami si salva perché è giapponese e quindi non deve raccontare di ragazzine che sbavano per i Tokio Hotel e sognano di fare le veline o andare ad Amici e di ragazzetti che si ammazzano di droghe, alcol, videogiochi e seghe. Lo difendo anche perché mi ha regalato un paio di pagine stupende à la S. King (Johnny Walker che sbudella i gatti sotto gli occhi del vecchio mezzo tardo di Nakata, uno dei personaggi meno credibili di tutto il romanzo, insieme al camionista ignorante e al bibliotecario plurisessuato saccente e odioso... oddio, mi rendo conto solo ora che tutti i personaggi di Kafka sulla spiaggia mi stanno sul gozzo, tranne i gatti parlanti!).
Ma 2 pagine su 514 sono poche, eh Haruki... ma mi sei simpatico, da quando ho scoperto che sei uno che ama correre e lo fai da una vita, ed è per questo che ti rendo onore tutte le volte che faccio gli esercizi di squat per intostare il culo, usando il tuo libro come rialzo per i talloni. Ha l'altezza giusta per non stirarmi i tendini dei talloni, grazie Haruki, dovessi incontrarti ti offrirò una tempura fatta con le mie manine e poi ci faremo una corsetta, io e te.
Paulo Coelho - Veronica decide di morire: avendo capito a pag. 3 che quella matta non si sarebbe mai uccisa, ho voluto lo stesso continuare, ma poi, dopo aver scoperto la furbizia di questo autore nello spacciare per grandi verità cose che quelle sciroccate di Catherine Spaak e Eleonora Brigliadori (e qualunque donna che decida di convogliare la propria mancanza di cazzo e di attenzioni verso l'etereo mondo di luce della New Age) è da un pezzo che le vanno sbandierando in giro come invasate mi sono fermata e mi sono chiesta: e adesso che minchia ci faccio con questo libretto?
Non ci crederete, ma anch'io sono stata illuminata dalla saggezza dell'autore: il tavolinetto azzurro Lack di Ikea zoppicava: ora non più... il libro è un ottimo fermo. L'altezza giusta, così il Lack non balla più. Grazie, Paulo! La tua "guerriera di luce" per sempre devota.
(Spoiler: No, Veronica non muore. Sì, è una mezza zoccola).
Jonathan Coe - La casa del sonno: eh, cacchio, questo sì che t'incatena tra le righe del libro, che prosa e che padronanza dello stile. Non è certo all'altezza de La banda dei brocchi, ma ci sono pagine bellissime, soprattutto quelle che parlano di un amore impossibile ed eterno... ti ci fa quasi credere! Dopo, metti su un pezzo dei Carcass e torni alla realtà, ovvero che "tutto scorre nell'eterno fiume dell'inculata" ( 'sta citazione è mia, guai a chi me la incula!). E comunque, Johnny: fàttela finita di abusare del trucchetto narrativo delle coincidenze; oltre a non cascarci più, a volte ho la sensazione che tu voglia incularmi (tanto per rimanere in tema). Comunque, bravissimo. Come Murakami, mi fai sognare, con la differenza che i sogni con te sono credibili e belli.
Stephen King - Blaze: L'ho iniziato, ma non ci riesco a continuare, per ora. No, King non dev'essere letto: va succhiato, gustato, leccato, bevuto e mangiato. O semplicemente adorato. E io sono in una fase nella quale riesco ad adorare soo una persona: me (e Il bello è che non mi vergogno della mia sfacciata presunzione).
Ma il libro di King parte bene e sono sicura che, quando avrò tempo e mente a posto, mi gusterò tutto quello che mi aspetta acquattato tra le pagine di questo romanzo (scritto, mi pare, nell'anno in cui sono nata io, ma guarda un po'...).
Zygmunt Bauman - Vita liquida: eh no, cazzo! No! Non è possibile che, dopo neanche 10 pagine (l'intro) io abbia sentito un coro celeste e abbia avvertito il calore di un cono di luce a dorarmi i capelli e abbia gettato il libro accanto a me, scostato le coperte e, corposa ginocchiata a terra, mi sia prostrata con le mani giunte e abbia pregato: - Zigmundo! Mi hai illuminato! Hai ragione, è tutto vero, abbi pietà della mia ciecaggine (volevo dire "cecità", ma ciecaggine mi piace di più). O Zygmunto! Sigismondo! Sigmund! o come cazzo ti chiami, io leggerò tutto di te, dovessi campare cent'anni, farò solo questo!
A parte le cazzate, è vero: un'analisi lucida e con parole semplici della nostra società. La vita è una roba liquida, dice il longevo Sigismondo, e allora mi viene in mente quel particolare fiume dell'inculata di cui sopra e una calda lacrima, liquida come non mai, inizia a scendere dal mio occhio crinato.
Continuerò a leggerlo, ma con calma, sennò mi brucio le sinapsi.
Merito di Captain Spinoza, questa volta. Per sdebitarmi, gli consiglierò di leggere "Scusa ma ti chiamo amore" di Moccia: lacrime, lacrime, lacrime anche con Moccia... tutti per una vita liquida (ma sorvoliamo sul tipo di liquido).
Italo Calvino - Il castello dei destini incrociati: l'ho lasciato dopo il primo racconto, troppo incazzata per aver scoperto che lui, prima di me, ha avuto la fantastica idea di scrivere racconti brevi prendendo spunto dai tarocchi... maledetto genio! Sei morto, vabbé, ma se un giorno dovessi resuscitare e incontrarmi, stavolta ti ammazzo io. Quando però ti avrò perdonato, giuro che finirò il tuo libro (comunque, il più bello per me è Palomar).
Allen Carr - E' facile smettere di fumare se sai come farlo: grazie. Anche se un tumore ai polmoni ti ha portato via 3 anni fa, meriti la lode per aver usato ogni tua risorsa per far capire al mondo intero che "grande illusione" che grande inganno governano le nostre vite, fin da piccoli.
Se non fumo è perché tu mi hai aperto gli occhi semplicemente facendo una cosa rara, di questi tempi: dicendo la verità. E grazie all'altro tuo libro sul cibo, da oggi sono diventata vegetariana (ops, l'ho detto! doveva essere una sorpresa...). R.I.P.
David Foster Wallace* - Infinite Jest - La scopa del sistema - Brevi interviste con uomini schifosi - Oblio - Considera l'aragosta: dopo Dante, dopo Joyce, ecco David. Leggere Wallace ti cambia la vita. Leggere Wallalce è scoprire che in letteratura - stile e temi - la perfezione esiste. Il mio è un commento obiettivo: leggere Wallace è fare un'esperienza che di umano ha ben poco. mi sembra, ogni volta, di toccare vette, aprire porte, scoprire sensazioni che altrimenti mi sarebbero precluse. Sei il più grande, suicidarti non ti è servito a granché: non ti sbarazzerai mai di quelli come me, tuoi lettori in eterno.
Grazie a DFW ho scritto il mio primo libro completo.
Dave Eggers - L'opera struggente di un formidabile genio: valido solo per la pagina 120, il resto... per carità: come dissi una volta, è come aspettarsi una trombata con i controfiocchi su un materasso ad acqua con lo specchio sul soffitto e Hugh Jackman che vuole trombarti come fosse l'ultima occasione della sua vita di fare sesso, e invece ti ritrovi a fare petting dentro ad una Prinz giallo senape con l'essere meno dotato di muscoli al mondo: Calderoli. Ma forse è perché Dave cerca di scimmiottare David, quindi lo odio. Sì, forse è per questo....

Alla prossima secchiata di libri, cari lettori, ma per ora.. uff! tra lavoro, scrittura e fissaggio del soffitto ad occhi sbarrati, la vostra inquietante Olga non avrà più tanto tempo per leggere... e per ora, ho sottomano Zygmunt. E non è facile. Niente è facile, in questa vita.

Ops, dimenticavo:
Federico Moccia - Scusa ma ti chiamo amore: come per Zygmunt, vale il discorso dell'illuminazione. Ma qua è diverso: Federiko, io ti leggo e m'illumino.
M'illumino d'immerda.

(* DFW è Dio. Ed è morto. Riflettiamo.)

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