mercoledì 4 marzo 2009

Post felice


"... sì, feci in tempo a cogliere il lampo evanescente del mio cappello bianco lasciato indietro per segnalare il luogo dove colui che aveva condiviso in segreto la mia cabina e i miei pensieri, come se fosse un secondo me stesso, si era calato nell'acqua per scontare la sua punizione: un uomo libero, un orgoglioso nuotatore che si dirigeva, a bracciate, verso un nuovo destino."
(J. Conrad, Il compagno segreto)

Come il mare, la felicità rimane sempre là, non muta mai e ci circonda sempre. Ma non siamo mai felici, perché non la vediamo . Non siamo liberi di vederla, per colpa nostra e di chi ci circonda.
La libertà è aprire gli occhi e vedere per la prima volta il mare per com'è realmente. Vedere con i propri occhi, non con quelli di un altro o di un'intera società.
Vedere le cose come sono veramente, smettere di desiderare e invece mettersi a cercare il motivo del desiderio, e una volta capito che spesso quello che vogliamo non è esattamente quello che vogliamo, prendere la decisione di tuffarsi in mare. E, se avremo capito la verità, tuffarsi non sarà un sacrificio o una rinuncia alla tranquillità, peraltro solo apparente: sarà voglia di affermare la propria libertà, il diritto di nuotare verso qualcosa di nuovo.
A volte, stare male è un'abitudine, una cosa quasi rassicurante... e non ci accorgiamo che la verità è che spesso scegliamo noi di stare male, noi per primi. Poi, ci hanno insegnato che le abitudini sono dure a morire. E allora perché non chiamarle con i loro veri nomi? Ovvero: vizio, ossessione, dipendenza?
Perché non è vero. Le abitudini si acquisiscono e si perdono in continuazione e senza difficoltà, ma non ne siamo consapevoli, le si immagina a mo' di catene possenti e invece sono solo corde il cui punto debole è che i loro nodi sono districabili... se si riesce a vederli per come sono fatti realmente.

Io lo sto facendo e ammetto di non riuscire a trovare le parole per farvi capire quanto sono felice, ultimamente, di aver perso certe abitudini e di aver convogliato la mia energia qui, in questo mare, libera di fenderlo a bracciate e di scrutare l'orizzonte.

[p.s.
non sto smateriando... forse è perché, da quando non fumo, passa più ossigeno al cervello. Me ne fotto, il fumo non mi manca. Non può mancarmi qualcosa che mi fa male (e questo vale non solo per il fumo).
Non mi mancano neanche - con mia grande sorpresa - certe cose cui ero abituata fino a qualche giorno fa.
E non è l'atteggiamento della volpe con l'uva, sia chiaro...
In verità, accanto a me non è cambiato nulla, ripeto: il mare è sempre uguale. Ma oggi sono felice perché

non mi manca niente.]

1 commento:

  1. Commento - recensione: leggetevi questo raccontino di Conrad, la storia di un capitano solitario e di un... clandestino di rara coerenza e dignità. E non una parola fuori posto. Perfetto esempio di racconto breve che pare un romanzo.

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