domenica 29 marzo 2009

Happiness, or No reason to cry for (Olga - sabato notte)


"... non chiedi niente di più e ottieni esattamente quello che non ti aspettavi, persa com'eri dietro ad un'idea di felicità non dico falsa ma comunque ingannevole e autoritaria, e quello che eottieni è proprio la felicità, felicità che può avere mille facce, mille vie e ti rendi conto quasi con sgomento che è stato facile essere felice, abituata com'eri a intendere la ricerca della felicità come qualcosa che implicasse sforzo perenne e pesante.
Quello che ti fa stare bene e rincasare nel cuore della notte con un sorriso sulle labbra nonostante la grande stanchezza è il fatto che hai appena vissuto un pezzo di felicità senza aver dovuto compiere il minimo sforzo. Quasi come se questo brandello di felicità ti fosse stata concessa così, con leggerezza e disinteresse, da un X esterno. Ma non è vero: sei tu, e non lo sai, che ti sei data la felicità, sei tu che hai smesso magicamente per un attimo di sforzarti di raggiungere una vetta la cui immagine ossessionante t'inseguiva e ti corrodeva da una vita e che adesso - anzi, negli ultimi mesi - non esiste più. No, questa volta sei riuscita a cancellare - o ignorare - quella foto che ritrae la vetta e ad accorgerti che non esiste una via sola, un'unica immagine di felicità, un percorso monotematico, una sola persona, un solo desiderio... esiste altro ed esiste contemporaneamente. Hai scoperto che è più facile essere felice se dai alla felicità più volti, se dai alla felicità più opportunità di essere tale in mille maniere diverse, per potertela ritrovare là, all'improvviso, nelle situazioni che meno ti aspetti.
Altrimenti non ti spieghi perché, dopo una serata semplice e quasi banale dove hai gustato semplicemente vino, fragole e sorrisi, tu abbia toccato la felicità e l'abbia guardata dritto negli occhi, lei, lì, alla tua stessa altezza, mentre ti lasciavi cullare dalla macchina solitaria nel buio totale fuori città, a parlare e ascoltare e apprezzare e sorridere col tuo migliore amico e pensare dentro di te: - Olga, apri il finestrino, la tua voglia di scoppiare per la felicità non ci sta, nella Mini!
E quando poi, al semaforo, incontri una di quelle persone speciali che ti hanno fatto stare bene/stare male e gli vedi addosso l'occhio triste, - ovvero, gli vedi esattamente stampato in faccia il tuo passato infelice e quindi ti pare il negativo di questa nuova te stessa - non puoi fare altro che augurargli la felicità vera, non quella agognata, quella stessa felicità che tu stai assaporando in quel momento, ma dopo... non esiti un istante a lasciar scivolare via quella persona dal tuo momento magico, e ritornare subito a te, all'epifania della felicità rivelata, alla tua voglia di essere sempre in cima ai tuoi stessi pensieri e ti accorgi che c'è una canzone che improvvisamente inizia a suonarti dentro - perché alla felicità e ai momenti magici occorre dare un volto o un suono o un colore o un odore, qualcosa da ricordare, insomma - e realizzi che quella canzone è Cry for love di IGGY .
Per quando hai raggiunto le scale di casa tua ti ritrovi finalmente a dire, ad alta voce, nonostante il sonno di tutto il mondo che ti circonda:- strano...Cry for love... proprio questa canzone e proprio a me, proprio ora che non ho alcun motivo, non ho nessun motivo al mondo per dover piangere o urlare, no reason to cry for"

1 commento:

  1. C'è una cosa che mi affascina molto quando capito senza volerlo in alcuni blog: l'assonanza di pensieri tra me e lo scrivente del blog in questione. Mi spiego meglio, anche io ho un blog e scrivo post che poi pubblico anche sul fb e fin qui...
    Quasi sempre lego alle mie parole dell'immagini che a volte cerco su google e queste foto si aprono direttamente su dei blog che poi incuriosita sbircio. Bene, spesso incontro pensieri che mi somigliano, che condivido che...bho! Inizio a pensare che dipenda dalle foto, forse sono scelte da pensatori od anime simili.
    Spero di non sembrarti folle, ma oggi non ho resistito dopo aver letto le tue parole sotto la foto della mongolfiera; erano molto più che meno quelle che avevo pensato di scrivere oggi.

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