



“Mi era sempre sembrato un po’ assurdo che Amleto, con tutti i suoi dubbi paralizzanti su tutto, non avesse mai messo in dubbio la realtà del fantasma.” (D.F.Wallace, Infinite Jest)
Spesso le parti migliori della vita erano quando non facevi assolutamente niente, stavi solo a rimuginare, a riflettere. Voglio dire, mettiamola così: voi immaginate che niente abbia senso, ma non può essere che tutto sia così, perché vi rendete conto che non ha senso e questa vostra consapevolezza gli dà quasi un senso. Avete capito quello che intendo? Un pessimismo ottimistico.
Charles Bukowski, Pulp (1994)
Quando si è giovani, l'indifferenza più arida, le porcate più ciniche, si arriva a trovargli la scusa del capriccio passionale e chissà quale segno di un romanticismo inesperto. Ma più tardi, quando la vita vi ha mostrato per bene tutto quello che può esigere in cautela, crudeltà, malizia soltanto per essere mantenuta bene o male a 37°, ti rendi conto, sei informato, hai le carte in regola per capire tutte le stronzate che contiene un passato. Basta in tutto e per tutto contemplare se stessi e quel che si è diventati in fatto di schifezza. Niente più mistero, niente più ingenuità, ti sei mangiato tutta la poesia visto che hai vissuto fino a quel momento. E' un cazzo fritto, la vita.
Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte (1932)
Positivo e negativo. Pessimismo ottimistico. Ottimismo pessimistico.
Bene e Male.
( e fino a prova contraria il ca**o fa bene e il fritto fa male. Céline aveva capito tutto, che genio)
A volte uno è uguale a zero.
Quello che pesa veramente è l’assenza delle cose desiderate.
Conta a volte solo quello che non c’è ed è un male.
Sopravvive in bocca solo quell’unico sapore immaginato.
Non s’avverte odore di ciò che abbiamo accanto.
Si chiudono gli occhi, ma l’immagine non sfuma.
Si diffonde silenzio, ma dentro le parole sono urla.
Si è feriti quando si è invisibili, si è colpiti perché invivibili.
Si muore quando si è non vissuti e non voluti.
Ci si sente finiti quando si è un numero finito, come uno.
A volte uno è uguale a zero.
E due è l’infinito, finalmente compreso.
Ma l’infinito non è luogo di pace garantita.
Capita a volte di sperare di non dover più sperare.
I sogni più belli diventano spaventosi.
Il desiderio di felicità provoca paura e paralisi.
La ricerca della pace porta alla guerra e alla possibile sconfitta.
Il desiderio mi uccide già solo vivendolo)