RAGNO
Senti il calore della luce
scivolare sulla nuda nuca
mentre scende si fa fredda
e buia bestia cupa diventa.
Non ti volti non ci riesci e non vuoi
il ragno si muove e prende la mira
La luce non ha colpe:
niente è cambiato
c’era una lampadina
ma tu vedi un ragno.
Il bianco ti ha accecato
Il nero ti sta cancellando
io vedo tutto il bianco
ma tu senti il nero
Io guardo te paralizzato
ma tu non vedi niente.
Gli occhi tuoi due tagli
la bocca tua una muta linea scura
Senti il ragno muoversi piano
sta per scendere su di te
e la perfetta simmetria
della sua tela sottile
nascerti dentro.
Attorno rimane la luce
una luce inutile ormai
non ti muovi, sei paralizzato
e tutte le cose
e tutte le persone?
Ma tu non riesci più a vedere,
non vuoi più voltarti a guardare.
La ragnatela lenta cresce
come la luce all’alba
ti ha riempito e prosciugato.
La alleverai e lei sarà solo tua,
la tua rete
RETE
passi il tempo a disegnare
croci colorate come cornici ai tuoi occhi
che gli altri vedano le croci
ma non i tuoi
bellissimi feriti straziati e ciechi occhi
non contento di nulla
ma felice della tua passiva resa
stai per fare un passo indietro verso lei
lei la tua creatura
ti sussurra all'orecchio con voce scura:
mi hai creato tu, tu mi hai voluto
mi hai nutrito e allevato
hai donato via tutta la luce in cambio della mia oscurità
ora vieni qui
lascia che io ti ripaghi
vieni da me
smettila di fingere ciò che non sei più
con me non sari più pagliaccio ma uomo
ti toglierò ogni traccia di bianco cerone
cancellerò la croce ti dipingerò un sorriso
vieni da me, la tua rete
lasciati avvolgere
è ormai rete.
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