giovedì 23 aprile 2009

Il ragno e la rete

(Images and Words: Vex the Dude & Olga)

RAGNO

Senti il calore della luce

scivolare sulla nuda nuca

mentre scende si fa fredda

e buia bestia cupa diventa.

Non ti volti non ci riesci e non vuoi

il ragno si muove e prende la mira


La luce non ha colpe:

niente è cambiato

c’era una lampadina

ma tu vedi un ragno.

Il bianco ti ha accecato

Il nero ti sta cancellando


io vedo tutto il bianco

ma tu senti il nero

Io guardo te paralizzato

ma tu non vedi niente.

Gli occhi tuoi due tagli

la bocca tua una muta linea scura


Senti il ragno muoversi piano

sta per scendere su di te

e la perfetta simmetria

della sua tela sottile

nascerti dentro.

Attorno rimane la luce


una luce inutile ormai

non ti muovi, sei paralizzato

e tutte le cose

e tutte le persone?

Ma tu non riesci più a vedere,

non vuoi più voltarti a guardare.


La ragnatela lenta cresce

come la luce all’alba

ti ha riempito e prosciugato.

La alleverai e lei sarà solo tua,


la tua rete




RETE

Ormai sei perduto e invece di darti come sei
passi il tempo a disegnare
croci colorate come cornici ai tuoi occhi
che gli altri vedano le croci
ma non i tuoi
bellissimi feriti straziati e ciechi occhi

non contento di nulla
ma felice della tua passiva resa
stai per fare un passo indietro verso lei
lei la tua creatura
ti sussurra all'orecchio con voce scura:
mi hai creato tu, tu mi hai voluto

mi hai nutrito e allevato
hai donato via tutta la luce in cambio della mia oscurità
ora vieni qui
lascia che io ti ripaghi
vieni da me
smettila di fingere ciò che non sei più

con me non sari più pagliaccio ma uomo
ti toglierò ogni traccia di bianco cerone
cancellerò la croce ti dipingerò un sorriso
vieni da me, la tua rete

lasciati avvolgere

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