domenica 26 aprile 2009

25/4:per tutti noi

(foto del mio collega S., grazie)

Di anni 20, operaio tornitore. Nato a Jesi (Ancona) il 1º gennaio 1924, ancora ragazzo iniziò a lavorare in una fabbrica di sedie per divenire poi un operaio tornitore. Dopo l’8 settembre 1943 contribuì alla costituzione dei primi nuclei armati della Resistenza locale entrando in una formazione di Poggio San Romualdo con il compito di trasformare la propria casa in una base d’appoggio per gli altri partigiani e un rifugio per sbandati e prigionieri alleati fuggiti dai vicini campi di prigionia. Nel gennaio 1944 fu sorpreso e catturato da una pattuglia tedesca, lungo la costa tra Porto San Giorgio e Porto Civitanova, mentre stava accompagnando alcuni piloti inglesi all’appuntamento con un sommergibile alleato inviato a prelevarli. Rinchiuso nel carcere di Macerata, Pasquinelli fu sottoposto a duri interrogatori durante i quali dichiarò orgogliosamente di essere «un partigiano combattente il fascismo». Per tale affermazione fu condannato a morte e fucilato il 3 aprile al campo di concentramento Sforzacosta dove, nel corso dello stesso mese sarebbero stati internati centinaia di giovani di Tolentino delle classi dal 1914 al 1926, renitenti alla leva della R.S.I. o alla chiamata al lavoro obbligatorio. Nel dopoguerra gli fu intitolata una via di Jesi, un Circolo ARCI e, nell’ambito delle iniziative del 60º anniversario della Liberazione, il campo sportivo Boario.
(doc. di E. Cavina)

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